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SECONDO 261 plebejus, philosophiae gnarus et ore disertus (Script. rer. ital. vol. 10, p. 773). Assai gravemente ha errato, di lui ragionando , il Papadopoli che il dice entrato nell1 Ordine de* Minori, e mischiatosi esso pure nella contesa intorno alla povertà (Hist. Gjmn. patav. t. 2, p. 154)* Oli scrittori francescani non hanno mai annoverato tra’ lor religiosi Marsiglio, e in niun monumento ei vien detto religioso; nè abbiamo indicio che egli avesse alcuna parte nella suddetta contesa. Più certe notizie, ma finora , ch’io sappia, non avvertite da alcuno, abbiamo in una lettera in versi a lui scritta dal sopraddetto Mussato. Ella è indirizzata ad Magistrum Marsilium Physicum Paduanum ejus inconstantiam arguens (ep. 12 ad calc. t. 6, partis 1 Thes. Antiq. Ital. p. 48$). Albertino comincia dal lodar altamente Marsiglio cui dice figliuol di Matteo: Una micans Patavae pridem jam credita terrae Praedilecta boni proles benefausta Matthaei. Quindi gli chiede se vero sia ciò di che spargasi voce eh’egli, abbandonati i libri , si fosse rivolto all’armi: gli ricorda i lieti progressi che fatti avea ne’ filosofici studj: Philosophia tibi dederat sublimis in illa Scibile quidquid erat; nec non jam cesserat haerens Ingenio natura tuo deprensa potenter. Singolarmente avea Marsiglio coltivata la medicina; e qui Albertino rinnovagli la memoria del consiglio che Marsiglio gli avea già chiesto , cioè s’ei dovesse appigliarsi allo studio