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2J2 LIBRO doti col favor di Dio e degli uomini, nella prima gioventù tu sei entrato nell ardua e diffidi carriera della Religione sotto l’insegne di Agostino dietro alle quali niuno ha mai errato, se non volendolo, e i cui esempj sono la più sicura via al Cielo e alla gloria. Tu eri quasi ancora fanciullo, quando quel tuo parente dabbene e mio amico a me ti condusse, benchè quasi tuo malgrado per timidità puerile. Appena io ti vidi, ne concepii tosto grandi speranze; talchè contro il mio costume in età sì disuguale ti divenni amico. Quindi tornando tu sovente a vedermi, io ti rimirava con piacere sempre maggiore, e mi stupiva come in sì tenera età tanto bramar tu potessi la mia amicizia; e io dicea spesso meco medesimo, e poscia ancor cogli amici, come già S. Ambrogio. Questo fanciullo, se avrà vita, sarà qualche gran cosa. Frattanto son passati più anni...ed essendo tu tornato in patria, sono stato lungo tempo privo della tua presenza. Or ecco il mio giovinetto che a me ritorna, ma come dice Ovidio: Jam juvenis, jam vir, jam se formosior ipso. Quindi lo esorta assai lungamente a continuare gli studi già cominciati, or che è giunto a un’età ferma e virile e ad essi più che ogni altra opportuna, e singolarmente lo avvisa che non badi a coloro che sotto pretesto de’ teologici studj vorrebber distoglierlo dalla amena letteratura, poichè, egli dice, egli è espediente a un teologo di sapere oltre la teologia più altre cose, anzi, se fosse possibile, quasi tutte. Conchiude finalmente con esortarlo a scrivere