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a3o LIBRO Anzi io ho altrove mostrato (Vetera. HumiL Monum. t. 1 p. 279) che anche gli Umiliati, i quali per altro non furon mai troppo solleciti della letteratura, nondimeno l’an 1356 aveano ivi due loro studenti, xv. XV. Così l’Italia continuò in questo secolo Più altri. 1 ^ 11 teologi in 1- ancora ad accrescere nuovo lustro a quella celebre scuola che dagl’Italiani principalmente dee riconoscere il nome e la stima che avea ottenuta. Molti altri teologi e scrittori sacri ebbe l’Italia, che nel seno di essa formatisi co’ loro studj, ne fecer raccogliere ad altri copiosi frutti; singolarmente dappoichè apertasi dopo la metà di questo secolo nelle università di Bologna, di Padova e altrove pubbliche scuole teologiche, le scienze sacre ebbero maggior numero di ingegnosi coltivatori. Non pochi però ne possiam additare anche al principio di questo secolo medesimo. Tali furono Domenio Cavalca domenicano, autor più ascetico che teologo {*), e Almerico o Amerigo da Piacenza dello stesso Ordine. Ei ne fu fatto generale l’an 1304 Ma di questa dignità spontaneamente si dimise (*) Intorno alle opere del Cavalca ,• qui da me accennate, vuoisi avvertire che il doti. Sassi cila come la prima edizione fatta in Milano dello Specchio della Croce quella del 1(F7i*t. Tipogr. medìol p. 4°9j 602). Ma il sig. Francesco Bellali, giovane milanese assai amante degli sludi di,erudizione, mi ha avvertito che una « dizione epli ne ha , fatta nella cit là medesima da Leonardo Pacliel e da Udalrico Scinzcnzclcr nel >4^7 > citala anche dall7 abaie Zaccaria (Excurs. liler.p. 112), e un’altra anchc piti antica falla in Milano nel i4^4 ne ha scritta la reale biblioteca di Brera, e vuoisi anzi thè un’altra ne esista fatta pure ivi nel i4&t-