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228 LIBRO agostiniani, e singolarmente dal Gandolfi (l. cit.). Due altri religiosi dell’Ordine medesimo e del medesimo nome, cioè Gherardo da Siena e Gherardo da Bergamo, nel corso di questo secolo illustrarono col lor sapere T università di Parigi. Il primo, fatti in essa i suoi studj , e ottenutovi il grado di bacelliere, vi spiegò le quistioni chiamate allor Quodlibeticae, che furon poscia date alle stampe. Quindi richiamato in Italia, e letta per alcuni anni la teologia ne’ conventi del suo Ordine in Bologna e in Siena, in questa città morì ancor giovane l’anno 1336 (Gand. l. ciL). Oltre le suddette quistioni, molte altre opere teologiche si hanno di lui alle stampe; alcune altre rimaste son manoscritte, delle quali parla, dopo gli altri scrittori del suo Ordine, il più volte citato P. Gandolfi. Gherardo da Bergamo, che dal Calvi (Scena letter. p. 187, ec.) dicesi della famiglia Carrara, fu nell1 università medesima, per testimonianza di tutti gli scrittori agostiniani, professore per più anni di sacra teologia, finchè l’an 1342 fu eletto vescovo di Savona, nella qual città diede pruove dell’eroico suo zelo, singolarmente in occasione della peste del 1348. Il Calvi medesimo ed altri scrittori affermano ch’ei morì in Bergamo l’an 1355. Ma il diligentissimo P. della Torre mi ha avvertito che da un codice antico della libreria del convento di Sant’Agostino della stessa città raccogliesi eh1 ei mori in Savona Tanno i356 (*). In quella libreria medesima (*) Diversi monumenti de] convento di S. Agostino di Bergamo, esaminati dal più volle lodato P. lettor