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213 LIBRO ne fissa l’elezione al 1339 e la morte al i342, e che è semplicemente errore di stampa il leggersi ivi l’anno 1336, invece del 1339, come in fatti si legge nella prima edizione dell’opera stessa. Dionigi dunque fatto vescovo di Monopoli stette ciò non ostante alla corte del re Roberto; e abbiamo una lettera del Petrarca (Famil. l. 4, ep. 2) in cui con lui si rallegra della sorte che gli era toccata di stare presso un sì splendido e sì saggio monarca. È assai probabile, e la stessa lettera sembra indicarlo, che dal ragionare che Dionigi fece a Roberto del valor poetico del Petrarca, nascesse il desiderio e quindi la risoluzione di chiamarlo in Italia per conferirgli solennemente l’onore della corona, come poscia accadde l’anno 1341. In questa occasione è probabile che il Petrarca vedesse in Napoli il suo caro amico, il quale però non sopravvisse gran tempo dopo, essendo morto, come abbiamo accennato, l’anno i342. ei^Jo r«t- morte del suo Dionigi recò non legione dai pt- gier dolore al Petrarca, il quale volle sfogarlo con un poetico componimento latino, che ancor abbiamo tra le sue opere (Carm. l. 1,ep. 13). In esso, dopo aver pianto la morte del caro amico, e dopo avere espresso il dolore che ne provava egli non meno che il re Roberto, passa ad accennare que’ pregi per cui singolarmente era presso tutti in istima non ordinaria. E non possiamo a meno di non dolerci che la prima virtù che in lui commenda il Petrarca, sia quella di legger negli astri le vicende avvenire: Quis tecum consulet astra, Fatorum secreta movens , aut ante notabit