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SECONDO 209 ver nostra lettera a Maestro Dionisio dal Borgo a San Sepolcro nostro amico divoto deir Ordine delli Augustini Maestro in Parigi in divinitade et in philosophia, pregandolo che mi avvisasse , quando avrebbe fine la nostra avversità, mi rispose per sua lettera in breve, et disse: Io veggio Castruccio morto, et alla fine della guerra voi avrete la Signoria di Lucca per mano di uno, che avrà V arme nera e rossa con grande affanno et spendio et vergogna del nostro Comune, et poco tempo la reggierete. Havemo la detta lettera da Parigi in quelli giorni, che Castruccio aveva avuta la vittoria a Pistoia di sopra detta, et riscrivendo al Maestro, come Castruccio era nella maggiore pompa et stato, che fosse mai, risposemi: Di presente io raffermerò ciò, che io scrissi per altra lettera , e se Iddio non ha mutato il suo giudicio, et il corso del Cielo, io veggio Castruccio morto, et sotterrato. Et coni io ebbi questa lettera , la mostrai a’ miei compagni Priori, di era all’fiora di quello Collegio, che pochi dì dianzi era morto Castruccio, et in tutte le sue parti il giù die io di Maestro Dionisio fue prophetia. Questo racconto, di cui non par che si possa rivocare in dubbio la verità, sembra indicarci che Dionigi, secondo l’errore comune in que’ tempi a quasi tutti gli uomini ancor più dotti, si dilettasse dell1 astrologia giudiciaria, e che qui fortunatamente, come talvolta avviene, colpisse a caso nel vero, il che pruovasi ancor più chiaramente dal funebre elogio fattogli dal Petrarca, di che or ora diremo. Era dunque il Tir a boschi, Voi V. \\