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SECONDO 207 all’universale giudizio (V. Natal. ab Alex. Hist eccl. saec. i3 et 14, diss. 11, art. 2); nella qual occasione un altro Italiano ancora dell1 Online de’ Minori fu adoperato, cioè Niccolò d1 Alessandria, dottore egli pur parigino (BulaeusHist. Univ. Paris, t. 4? p. 976). Mentre era cancelliere, pensò ad onorare quella università non meno che il suo concittadino ed amico Francesco Petrarca, esortandolo l’anno 1340 a venire a Parigi a ricevere solennemente la laurea (Petr. Op. t. 2, p. i25i); e il Petrarca fu per qualche tempo sospeso se dovesse arrendersi a questo invito, o a quella che nel dì medesimo avea avuto di andarla a ricevere in Roma. Questo secondo partito prevalse, come a suo luogo vedremo. Della stima in cui era Roberto, fa menzione anche il Petrarca, parlandone come d’uomo che da’ teologi di ogni parte del mondo era avuto in somma venerazione: Sed enim mea carmina numquam Sunt audita tibi. Verum legit illa Robertus Conci vis meus egregius, quem Julia nostro Tempore Pariseos studiorum tertia nutrix Suscipit, et toto venerantur ab orbe magistri. Carm. l. 2, ep. 11. Il Villani aggiugne che ei fe’ condannare come errore trentotto proposizioni di Alberto Magno e di S. Tommaso d’Aquino. Ma di tal fatto, come ottimamente riflette il co. Mazzucchelli, non vi ha indicio alcuno negli scrittori di que’ tempi. Egli, come abbiamo altrove avvertito, raccolse alcuni sermoni di S. Agostino, e alcuni inoltre ne scrisse egli stesso, che si conservano manoscritti nella Riccardiana, e si annoverano