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LIBRO SECONDO 203 clic or giaccion dimenticati nelle polverose biblioteche; ove auguriam loro di cuore che niuno ne turbi mai il dolce riposo. Fin da’ suoi tempi dolevasi il Petrarca che l’abuso della dialettica avesse infettata e guasta la teologia. Erant, die’ egli parlando di questa scienza (De Remed. utr.forlun. I. i, di al, /\6), olim hujus scientiae professores; hodie, quod indignans dico , sacrum nomen prophani et loquaces dialectici dehonestant; quod nisi sic esset, non haec tam subito pullulasset seges inutilium magistrorum. Di essi dunque mi basterà soltanto accennare alcuni dei più famosi. Molto meno io entrerò a parlare della famosa quistione insorta nell’Ordine de’ Minori intorno alla povertà di Cristo e alla proprietà delle cose che si consuman coll’uso; quistione che sembrò allora di sì grande importanza, che giunse perfino ad accendere un funesto incendio, da cui e quell’Ordine e la Chiesa di Dio fu lungamente travagliata. Lasciamo in disparte memorie così spiacevoli; e tanto più che la Francia forse più che l’Italia vi ebbe parte. Noi ci tratterremo più volentieri nel ragionare di quelli che si occuparono in più utili studi, e all1 Italia mantennero ed accrebbero ancor quell’onore che i primi padri e fondatori , per così dire , della teologia usciti dal suo seno le aveano ottenuto. II. E per cominciare da ciò che all’Italia è j}H-, più d’ogni altra cosa onorevole e glorioso, gli studj teologici dell1 università di Parigi, che J dagli Italiani riconoscevano il primo lor lustro, los’ •••!*»■*agli Italiani ancora in questo secolo dovettero