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XIV. Altro I Mintivhe |irini i|>i s privali. 1 70 LIBRO Virgilio scritto per man del Petrarca, che ivi allora vedevasi, e che or conservasi nell1 Ambrosiana in Milano. Ed ella dovette ivi durare tutto il secolo xv, finchè nel seguente, nel tempo che i Francesi ebbero la signoria dello Stato di Milano, la biblioteca ancora fu dissipata, ed è probabile che molti libri ne fosser portati in Francia, come vedremo altrove esser avvenuto di altre biblioteche. XIV. L’esempio di questi sì potenti sovrani <iì fu imitato ancor da altri principi italiani, come suole avvenire che ognuno si sforza di non sembrare da meno di quelli a cui gli sembra di esser uguale. Abbiamo una lettera di Coluccio Salutato al signor di Mantova (t 2, ep. 16), che dovea essere Luigi Gonzaga, o Guido di lui primogenito, in cui gli scrive di avere udito che egli abbia raccolta grandissima copia di libri , e che molti di essi invano cercherebbonsi altrove; e il prega perciò, che, se ha alcuni o storici, o poeti, o filosofi morali che non sieno comunemente noti, gli permetta di trarne copia: il che desidera singolarmente riguardo alle poesie di Ennio, cui bramava assai di vedere. Così il Petrarca rammenta quella di Pandolfo Malatesta (Senil. l. 13, ep. 10), in un angolo della quale dice egli di sperare eli’ ei sia per riporre le sue rime volgari che gli trasmette. Così egli pur fa menzione di quella di Raimondo Soranzo (ib. l. 15, ep. 1), di cui dice che fornitissimo era di libri, benchè essendo giureconsulto, trattine i suoi libri legali, non si curasse molto degli altri fuorchè di Livio; ma ne loda insieme la facile cortesia con cui eg’i