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PRIMO l65 antichi autori; e nc abbiamo in pruova fra le altre una sua lettera (epist t. 1, ep. 41) in cui> con minor critica che a que’ tempi non si potesse aspettare, si fa a provar chiaramente che non si posson creder di Seneca quelle tragedie le quali allor gli venivano attribuite. Così la letteratura si andava apparecchiando in Italia a quell’intiero felicissimo risorgimento che dopo tante fatiche finalmente ottenne. XI. Il consiglio, che poc’anzi abbiamo udito *7* l 1 C I J’ • 1 i 1* 1 1 • ijiM mirra proporsi dal Salutato, di aprir pubbliche bi- <i<).<• n..i»r blioteche , non fu in questo secolo posto ad lo ’* effetto, quando s’intenda di ragionare di tali biblioteche, nelle quali libero sia a chiunque piace l’accesso e l’uso de’ libri. Molti però vi furono che vollero averla nelle lor case ad uso loro privato, e a vantaggio ancora de’ loro amici. E il primo, di cui a questi tempi troviam memoria, fu il re Roberto, a cui niuno mancò di que’ pregi che in uno splendido protettor delle lettere sono richiesti. L’unica memoria che della biblioteca da lui raccolta, e dell’uom dotto a cui affidonne la cura, ci sia rimasta, è un passo di Giovanni Boccaccio, in cui così ne ragiona (Geneal. Deor. l. 15, c. 6): A questo io aggiungo ancora Paolo da Perugia uomo gravissimo , il quale e già avanzato in età e di rara erudizione fornito fu maestro e custode della biblioteca di Roberto re di Gerusalemme e di Sicilia. Egli fu , se mai altri ve ti ebbe, uomo eruditissimo nel ricercare e raccogliere di ogni parte, per comando ancora del suo sovrano, libri pregevoli ed opere di poesia e di storia. Perciò stretto in singolare amicizia con Barlaamo