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164 LIBRO nel quale egli mostra a qual segno fossero allora guasti e scorretti i codici per P ignoranza e la negligenza de’ copiatori, per la presunzione di coloro che ardivano di emendare ciò che non intendevano, per la malizia di altri che a bella posta alteravano i libri per introdurvi le loro opinioni, e finalmente per la leggerezza di alcuni maestri i quali volevano che gli autori parlassero come più loro piaceva. Trattando poscia del modo con cui porre argine e riparo a sì grave danno, ei saggiamente propone che si formino pubbliche biblioteche, nelle quali raccolgansi quanti più libri è possibile; che esse diansi in cura a dottissimi uomini, e che questi paragonando tra loro i diversi codici dell1 opera stessa, ne scelgano quella lezione che a lor giudizio sembri migliore. Ottimo consiglio, per vero dire, ma che allora non era ancora bastevole a ciò che brama vasi; perciocché quando un libro era stato con un diligente confronto de’ codici emendato e ridotto all’antico suo stato, se esso cadeva in mano, come era troppo facile ad avvenire, di copiatori ignoranti ed inesperti, il frutto di tante fatiche in assai poco tempo periva interamente. Giovò assai nondimeno il fervore de’ dotti di questo secolo nel ripurgare le opere degli antichi scrittori; perciocchè, quando si cominciò a usare le stampa nel susseguente, si poterono ritrovar facilmente alcuni codici ben emendati, di cui valersi a pubblicarle. Nè solo adoperavasi il Salutato a rinvenire e a correggere li antichi codici, ma ancora a discernere quali fosser le vere, quali le supposte opere che aveansi sotto nome di