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PRIMO l(3l e (l’illustrarne le opere (Famil. i 7, cp. 4)- Nel che però non sappiamo s’egli veramente si ailodità con cui egli andava in cerca degli antichi scrittori, mosse Niccolò Sigeros, uom ragguardevole alla corte di Costantinopoli, a inviargli in dono una copia de’ poemi d’Omero in greco , di che il Petrarca gli scrisse in ringraziamento una lettera, dalla quale ben si raccoglie quanto un tal presente gli fosse caro (Variar, ep. 21). A lui però non bastava l’averlo in greco, ma il voleva ancora in latino, e tanto si adoperò presso il suo amico Boccaccio, che finalmente con suo gran piacere l’ottenne (Senil. l. 3, ep. 6; l. 5, ep. 1; l. 6, ep. 2). Non è qui luogo di ricercare a chi si debba la traduzion suddetta di Omero, di che parleremo altrove; e solo ho voluto qui accennarla, perchè si vegga quanto a questo grand’uomo sia debitrice non Sol l’Italia, ma ancora tutta l’Europa per l’infaticabile diligenza con cui si adoperò in ricercare, in emendare, in copiare quanti potè aver tra le mani antichi scrittori, di molti de’ quali forse saremmo or privi, s’egli non ne avesse o tratte in luce prima d’ogni altro, o accresciute e migliorate le copie (a). (a) Anche un gramatico bergamasco di nome Crotto adoperossi di questo tempo in raccoglier codici singo> l.irniente delle opere di Cicerone, il Petrarca if el-Lie notizia , e seco lui rallegrossi che fra tutti gl’ luUiaui j, ciasse. Vili. Nè solo si occupò il Petrarca nella ri- v ’1,1 • |. • 1. •. Va In trarr cerca degli autori latini, ma si volse ancora ««j

i. La fama sparsa della insaziabile avi- 8ren

Tirabosciii , Voi. V. 11