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l5a LIBRO congettura su un passo dell1 antica Storia di Padova de’ Cortusii scritta in questo secolo stesso. All’anno 1340 così ivi si narra (Script. Rer. ital. vol. 12, p. 902): Facti fuerunt Fulli Omnium Sanctorum, et laboreria pannorum, lanae, et cartarum paperum caeperunt Paduae. Ognun vede che quella parola paperum vuol essere emendata. In fatti in un codice del co. di Collalto veduto dal Muratori, in cui alla Storia de’ Cortusii si aggiungono alcune note di Andrea Redusi da Quero, non solo diversamente si legge quella voce, ma più stesamente così si aggiugne: et chartarum de papyro. Cujus laborerii chartarum de papyro primus inventor apud Paduam et Tarvisium fuit Pax quidam de Fabiano, qui propter aquarum amaenitatem in Tarvisio saepius ac longius versatus vitam exegit. Or non possiam noi credere che qui ci s’indichi il primo inventor della carta in questo Pace da Fabiano? Forse, è vero, si vuol dir solamente che Pace fu il primo a introdurne l’uso in Padova e in Trevigi. Ma queste parole primus inventor sembrano accennar veramente il primo ritrovatore; e poichè appunto a questi tempi medesimi si comincia a trovar qualche cosa scritta in carta volgare , a me par certo assai probabile che al suddetto Pace noi dobbiam riconoscerci debitori di sì bella invenzione. Io ho voluto comunicare queste mie riflessioni all’eruditissimo sig. canonico co. Rambaldo degli Azzoni Avogaro, uomo a maraviglia versato nella storia dei bassi secoli, e in quella singolarmente di Trevigi: ed egli non solo mi ha confermato nella mia opinione intorno al