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PRIMO 15 1 di pio ni. p- 78), e il eli. P. ab. Trombetti osserva (Arte di conoscere V età de! codici, c. 9) che nell’archivio e nella libreria della sua canonica di S. Salvadore in Bologna, ove ha gran copia di tai monumenti, non trovasi cosa scritta in carta volgare se non dopo il 1400. Il Muratori vorrebbe persuaderci ch’egli avesse veduti codici scritti nella nostra carta volgare nel secolo xii (Antiq. Ital. t. 3, p. 871); ma questo grand’uomo, con error perdonabile a chi tratta di tanti e sì diversi argomenti, ha qui egli pure confusa la carta bambagina con quella di lino: mentre egli è evidente che ne è tanto diversa, quanto la bambagia dal lino. Finchè dunque non si trovino monunmenti più antichi scritti in tal carta, abbiam ragione di credere che solo nel xiv secolo ne fosse trovato V uso. Anzi mi sia qui lecito di proporre una mia Lipsia nel 178.4, ove egli riconosce gli Àrabi come inventori della carta di bambagia , dà agl’Italiani il primato di antichità riguardo alla carta di lino, e pretende che gli Spagnuoli non l’abbiano conosciuta che verso la metà del secolo xiv, e che non ne abbiano fabbricato prima dell’invenzion della stampa. Dopo avere scritto fin qui, veggo indicarsi nelle Effemeridi romane (1788, agosto , p. 271), e nell’Antologia (1788, agosto , p. 61) una dissertazione del sig. Giovanni Giorgio Schwandner primo custode dell’imperiai biblioteca di Vienna, in cui produce un diploma di Federigo Il, che si assegna al 1 ^43 , e che conservasi ora nella detta biblioteca, scritto in carta di lino } la qual perciò vuoisi che sia la più antica finora trovata. Ma l’erudito autore ci permetterà che non ammettiamo sì presto come originale un diploma imperiale scritto in carta e non in pergamena $ e che ha il sigillo noti sotto il diploma, ma a tergo di esso w.