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1 iS LIBRO fu veramente fondala , ne interrompe il racconto, e ci lascia quasi interamente digiuni delle vicende e delle glorie di quelle celebri scuole: e a noi perciò converrà nei secoli susseguenti l’andarle qua e là ripescando ove ci verrà fatto di ritrovarle, xxv. XXV. Io ho parlato delle università di Pisa FirenteTi à- e di Pavia prima delle altre, perchè esse ot£2. univ*r tennero ne’ secoli posteriori tal fama, che parvero gareggiare colle più illustri. Altre però ne sorsero al tempo stesso, che recarono non leggier vantaggio alla letteratura. I Fiorentini non vollero essere inferiori a’ Pisani; e veggendo l’università di questi aperta crescere a grande onore, imitarono non molti anni appresso il loro esempio, e, ciò che è più a stupire, scelser quell’anno che pareva il meno opportuno, cioè il 1348, anno di troppo luttuosa memoria per la fierissima pestilenza onde fu devastata l’Italia tutta. Ma questa sventura fu dessa appunto che diede origine alla nuova università: Rallentata la mortalità, dice Matteo Villani (Istor. l. 1, c. 8), e rassicurati alquanto i Cittadinij che ave ano a governare il Comune di Firenze, volendo attrarre gente alla nostra Città, e dilatarla in fama et in onore, e dare materia ai! suoi Cittadini (d’essere scienziati e virtuosi, con buono consiglio il Comune provvide, e mise in opera, che in Firenze fosse generale Studio di cadauna Scienza, di Legge Canonica e Civile, e di Teologia. Siegue quinci a narrare come furono perciò nominati magistrati, assegnati ai professori gli stipendj sull’erario del Comune, e adattato il luogo opportuno a tenere le scuole;