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PRIMO 103 que1 tempi, ci si rendono nondimeno probabili assai dal carattere di questo incomparabil sovrano, il qual pareva che non ad altro fine si credesse posto sul trono, che per favorire ed onorare in ogni maniera le scienze e gli uomini dotti. Le turbolenze dalle quali il regno di Napoli dopo la morte del re Roberto fu travagliato, a quella università ancora dovettero esser fatali -, e benché veggiamo in Napoli anche a que’ tempi alcuni famosi giureconsulti, non veggiamo però, che alcun de’ sovrani, che in questo secolo saliron dopo Roberto a quel solio, prendesse a imitarne la regia magnificenza a pro delle lettore, e non è perciò a stupire che quella università cominciasse a decadere e a venir meno. XVIII. Mentre queste università, già fondate in addietro, continuavano per tal maniera a giovare non poco al coltivamento degl’ingegni, altre ne sorgevan di nuovo, e fin dal primo lor sorgere cominciavano a gareggiar colle antiche. Due fra le altre ottennero fin d! allora gran nome, che mantenuto da esse, e renduto sempre maggiore col volger dei secoli, le ha . fatte meritevolmente riporre nel numero delle più ragguardevoli fra le pubbliche scuole d’Europa*, dico le università di Pisa e di Pavia. E cominciando dalla prima che è la più antica, già abbiamo altrove mostrato che benchè fosse in Pisa fino da’ tempi addietro qualche studio di legge, non vi è però monumento che ci comprovi che anche le altre scienze vi avessero pubblici professori. Il sig. Stefano Maria Fabbrucci professore della stessa università, XVIII. FnndaxìoDe dell"’università di Pisa.