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PRIMO C)I ciò che appartiene agli studj sacri, in un affare però di tanta importanza volle il re Carlo udire ancora il parere de’ professori bolognesi; e se egli insieme cogli altri principi cristiani, oltre l’udirlo, l’avesse ancora seguito, la Chiesa non sarebbe stata costretta a piangere per tanti anni le gravi sciagure da cui all’occasion dello scisma ella fu travagliata. Andava frattanto l’università di Bologna crescendo a stato sempre più lieto, e gran copia vi si trovava raccolta di professori in ogni scienza eccellenti e di scolari venuti da ogni nazione. Ne abbiamo in pruova certi articoli che a sopir le contese nate fra questi l’anno 1379 furon di comun consenso stabiliti, e che si posson leggere presso il Ghirardacci (l. cit p. 376), ove si trovan nominati molti di essi. Questo scrittor medesimo ci ha dato il catalogo de’ professori (ib.p. 389) ch’ivi tenevano scuola l’anno 1381, insieme collo stipendio a ciascheduno assegnato. Quelli sono in numero di quarantaquattro, questo in tutto giugne a lire 7987, essendo il maggior di tutti lire 620 assegnate a Giovanni da Le,gnano, il più piccolo di lire 50. Un somigliante catalogo egli ci ha dato de’ professori e de’ loro stipendj all’anno 1384 (ib. p. 398), e in amendue veggiam molti uomini de’ più famosi che allora fossero in Italia. Ma all’anno 1388 troviam ch’egli afferma (ib. p. 424) che assai scarso era il numero de’ professori in Bologna, senza che egli ci accenni onde ciò avvenisse, e che perciò molti dottori in filosofia e astrologia furon da diverse parti chiamati, e singolarmente maestro Polo da Modena, uomo