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PRIMO 75 adducendone in pruova i pubblici monumenti e la stessa carta d’accordo, che allor fu pubblicata, non lasciò luogo a dubitarne. Ma pochi anni durò la pace: ed ecco qual fu l’origine, secondo l’antica Cronaca bolognese (Script. Rer. ital. vol. 18, p. 333), di un nuovo tumulto in questa università. Fu morto (l’anno 1321) nel Comune di Bologna uno scolare (che nella Storia di Matteo Griffoni (ib. p. 140) si dice Jacopo di Valenza) per cagione di una donna figliuola di Cecchino de’ Zagnoni d’Arzele, la qual era nipote di messer Giovanni Andrea dottore; onde essendo avvisato il padre, egli coll aiuto de9 vicini a gran fatica difese di essa figliuola non fosse rapita dallo scolare. E fu V incornineiamento della disfazione di Bologna; allora gli scolari si partirono da Bologna, e andarono a Imola. Il Ghirardacci rapporta (t. 2, p. 4, ec.) più stesamente questo fatto medesimo, ma insieme discorda dalla Cronaca sopraccitata, affermando che gli scolari per la maggior parte insieme con molti de’ dottori passarono allo studio in Siena, rimanendo gli altri nella città. Ma questa contrarietà si può conciliar facilmente; perciocchè Pietro Ancarano canonista, che viveva alla fine di questo secolo, narra (prœm. in l. 6 Decret.) che giunti gli scolari ad Imola spediron messi a molte città d’Italia perchè ofFrisser loro ricovero; e che i Sanesi furono i primi che, mandati due ambasciadori ad Imola, pattuiron con loro e li condussero a Siena. I patti furono che i Sanesi pagassero sei mila fiorini agli scolari, perchè essi potessero riscattare i lor libri deposti in pegno; e che a spese