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PRIMO fossero, nativi di quel regno. Ma l’anno.seguente egli volse il pensiero ad opprimerla interamente, sperando forse che sulle rovine di essa sarebbesi felicemente innalzata quella di Napoli. Avea Federigo onorata in addietro della sua protezione questa Università; e l’an 1220 avendo pubblicata una costituzione in favor della chiesa romana, aveala inviata a dottori e agli scolari bolognesi, perchè da essi fosse, ciò che di fatto seguì, inserita ne' Libri legali, come da alcuni codici mss. dimostra il P. Sarti (pars 1, p. 106), confutando l’opinion di chi scrisse che Federigo l’avesse indirizzata all’Università di Pavia. E verso questo tempo medesimo è probabile che Federigo scrivesse l’onorevole lettera alla stessa Università, inviandole le Opere di Aristotile tradotte in latino, di che a più opportuno luogo più stesamente ragioneremo. Ma anno 1222 ei concepì grande sdegno contro de’Bolognesi per l’espugnazione ch’essi avean fatta d’Imola, come sopra si è detto; e quindi nacque in lui probabilmente il pensiero di togliere a quella città il maggior pregio di cui ella andasse adorna. All'occasione pertanto dalla nuova Università aperta in Napoli, egli l’an 1125, come abbiamo nelle antiche Cronache bolognesi (Script. rer. ital. vol. 18, p. 109, 254), vietò che in Bologna si tenessero scuole, e agli scolari tutti ordinò che si recassero a Napoli. Un tal comando avrebbe in altri tempi recato l’intero sterminio di quella fiorente Università. Ma in quest’anno appunto cominciarono le città lombarde a rinnovare l’antica lor lega per opporsi a Federigo II, da cui temevano