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primo 61 delle lettere fosse il marchese Azzo VII d’Este, giacevasi in questa biblioteca, e niuu saprebbe che gli si dovesse tal lode, se esso non fosse stato dato alla luce. Di Urbano IV ancor noi non sapremmo che si fosse adoperato a far risorger lo studio della filosofia, se non mi fosse venuto alle mani il monumento poc’anzi accennato. Or chi sa quanti altri di tai monumenti si giaccian polverosi e negletti nelle biblioteche, i quali se fossero dissotterrati, nuove e rare notizie verrebonsi probabilmente a scoprire, e ad accrescer con ciò di assai la gloria dell’italiana letteratura? Molto si è già scoperto, molto si è pubblicato in questi ultimi anni. Ma pur sappiamo che molti tesori si stanno ancora nascosti in alcune biblioteche. Possiamo noi sperare che il pubblico possa finalmente goderne? A me sembra certo che sia questa una delle più utili fatiche in cui un uom dotto possa occuparsi.

Capo III.

Università ed altre pubbliche scuole.

I. Io non so se spettacolo più giocondo insieme e più capriccioso si vedesse mai di quello che, ne’ tempi di cui scriviamo, vide l’Italia. Le università, fatte, per così dir, viaggiatrici, non aver stabil dimora, ma ora spiegar le tende in una città e farvi pompa de lor tesori, ora involarsene improvvisamente e trasferirsi altrove i pubblici professori costretti con giuramenti a non abbandonare i lor posti, andar nondimeno i. Prospetto funerale dele scuole ila» liane di queSto secolo.