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^38 LIBRO moltissimi altri ancora da essi citati, e tra questi non pochi scrittori del xiv secolo, che perciò sono degni di maggior fede (V. Baldinucci Apologia). In tal quistione io mi guarderò bene dal proferir decisione di sorta alcuna. Veggo altri scrittori, ed odo più testimonii affermare che prima di Cimabue si hanno in Italia pitture assai migliori di quelle di questo sì rinomato pittore. Essi accusano i Fiorentini che f amor patriottico gli abbia condotti a lodar troppo questo preteso loro ristauratore della pittura, e aggiungono, ciò che sembra non potersi negare, che i lodatori più antichi di Cimabue sono tutti toscani, e che se ve n’ ha alcuno straniero, ei può avere troppo facilmente adottato il sentimento de’ primi. Ma non potrebbono i Fiorentini rispondere che l’invidia accieca i loro avversarii e li conduce a riprendere Cimabue, solo perchè fu fiorentino? A decidere giustamente una tal contesa, che forse non avrà fine giammai, converrebbe che una società d’uomini intendenti delle bell’arti, e insieme imparziali, prendesse a ricercare diligentemente tutte le pitture che del XII e del XIII secolo abbiamo in Italia, quelle cioè delle quali è certo il tempo in cui furono fatte ed è conosciuto l’artefice; quindi a ritrarle con somma esattezza in rami, e colorirli ancora , imitando, quanto è possibile, le stesse pitture. Una serie di quadri così formata ci darebbe una giusta idea della pittura di que’ tempi, e ci farebbe conoscere qual fosse l’arte prima di Cimabue, qual fosse dopo, e se a lui possa convenir veramente l’onorevole nome di ristoratore