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TLItZO 729 pittori. Ne abbiam veduti in ogni secolo esempii e pruove, e abbiam mostrato che non abbastanza si pruova che greci fossero tutti i pittori in Italia, e che alcuni di essi furon certamente italiani. Quindi sembra difficile a difendersi il parlar del Vasari che mostra di non riconoscere altri pittori in Italia innanzi a’ tempi di Cimabue, fuorchè i Greci, a’ quali egli attribuisce i musaici e le pitture fatte prima in Italia (proem. p. 163, ed. livorn.). Egli è vero che altrove pare eli’ egli affermi il contrario; dicendo (Vite, ec. t. 1, p. 237) che nelle pitture di Cimabue si vedeva un certo che più di bontà e nell aria della testa e nelle pieghe de’ panni, che nella maniera Greca non era stata usata in fin allora, da chi aveva alcuna cosa lavorata non pur in Pisa , ma in tutta l’Italia. Ma forse il Vasari qui ancora intese di favellare de’ greci pittori che in molte città d’Italia erano sparsi. Quando però si voglia affermare che il Vasari non negò mai che altri pittori fosser tra noi, fuorchè greci, ciò finalmente assai poco monta al nostro argomento. Così pure io non mi tratterrò a esaminare diversi passi del Baldinucci, il quale, benchè difenda il Vasari dicendo Veglia, p. 38, ed. di Fir. 1765) ch’egli non sostenne mai che al tempo di questi due (Cimabue e Giotto), e innanzi ancora stesse il mondo senza pitture e pittori; altrove nondimeno scrive così (Notizie di Cimabue, p. 13, ed. di Fir. 1767): Aveva fino da gran tempo avanti, e molto più in quei medesimi tempi. la venuta in Italia de’ pittori greci fatto sì, che altri pure inclinati a quell’arte,