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avea ben inteso dapprima nella lingua latina. Ne abbiam qualche esempio in alcuno de’ sermoni detti ne’ secoli susseguenti; e se ne leggiamo altri scritti totalmente in latino, ed esso ancora non affatto rozzo ed incolto, possiam credere a ragione che prima di pubblicarli , i loro autori, o i loro editori li ripulissero alquanto, e ne emendasser, come sapevano, la lingua e lo stile.

Capo VI.

Arti liberali.

I. La descrizione, che al principio di questo volume da noi si è fatta, dell’infelice stato in cui trovossi l’Italia nel XIII secolo , e delle sciagure d’ogni maniera onde fu oppressa , sembrava predirci tempi non meno calamitosi alle lettere e a’ loro coltivatori. E nondimeno, parte per quell’entusiasmo chela libertà e l’indipendenza accese in molte città, parte pel favore e per la munificenza d’alcuni principi e dei più ragguardevoli cittadini, si vider le scienze levare più ardito il capo, e tergere almeno in parte l’antico squallore, come da tutte le cose dette fin qui è manifesto abbastanza. Lo stesso vuol dirsi delle arti. Le guerre civili e le domestiche turbolenze, dalle quali fu travagliata l’Italia, pareva che dovesser condurle alla estrema rovina. E nondimeno appunto fra gli incendii e fra le devastazioni esse risorser più liete; e mentre le infuriate fazioni non perdonavano nè a lavori nè ad edificii di sorta alcuna, ne’ lavori e negli edificii si vide una magnificenza , e, ciò che è più a pregiarsi, un cominciamento