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TERZO 707 conferita a Matteo Visconti ila Arnolfo ossia Adolfo re de’ Romani l’anno 1294, dice che in quella occasione Guido Stampa huomo litteratissimo espose molte ornate et accomodate parole (Stor, di Mil. p. 154, ed. Veri. 155 \). Così pure Giovanni Villani parlando della venuta a Firenze del Cardinal Latino Orsini mandato da Gregorio X ad acchetarv i le civili discordie, racconta che dal detto cardinale fu nobilmente sermonato, et con grandi et molte belle, autoritadi, come alla materia convenia, siccome quegli che era savio et bello Predicatore (l. 7, c. 55). Ma di questi ed altri somiglianti elogi che veggiam farsi dagli scrittori all’eloquenza di alcuno, deesi a mio parere far quel conto medesimo che abbiam veduto doversi far degli elogi con cui furono a questi tempi onorati altri scrittori, i quali erano allor rimirati come uomini di maravigliosa eleganza nello scrivere e nel parlare, ed or nondimeno ci sembrano la stessa rozzezza. Tali è probabil che fossero i bei parlatori mentovati poc’anzi, de’ quali però non essendoci rimasto alcun saggio d’eloquenza, non possiam giudicarne se non per semplice congettura. XXVI. Di eloquenza sacra italiana non troviamo ancora in questo secolo vestigio alcuno. Le più antiche prediche in nostra lingua che ci sian giunte, son quelle di F. Giordano da Rivalta, il quale benchè vivesse in gran parte nel secolo XIII, non sappiamo però che dicesse alcuna sua predica prima del cominciamento del secol seguente, come si raccoglie da quelle di cui è rimasta memoria del giorno preciso in cui furono dette. Di esse perciò ci riserhiarno