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TERZO 701 questo errore si è poscia emendato, avvertendo (t. 5, p. 429) che solo diconsi in qualche codice tradotti da Brunetto i Motti de’ Filosofi antichi aggiunti alla stessa Consolazione. Io lascio in disparte più altre minute considerazioni che in varii passi della suddetta Biblioteca si fanno intorno alle traduzioni di Brunetto , parendomi di averne trascelto ciò che è più importante a saperne. Il Tesoretto, che si rammenta da Giovanni Villani, non è già, come han pensato il co. Mazzucchelli (l. cit. nota 6) e il Quadrio (Stor. della Poes. t 6, p. 240), un ristretto del Tesoro; ma contiene solo alcuni precetti morali esposti in versi settenarii rimati insieme a due a due. Esso ancora è stato dato alle stampe, e il detto co. Mazzucchelli ne cita l’edizion di Roma dell’anno 1542. Che opera sia quella che il Villani chiama Chiave del Tesoro , non possiamo indovinarlo, perciocchè non ce n’è rimasta, ch’io sappia, alcuna copia. Non sappiam parimente che fosse il libro de’ Vizii e delle Virtù, che il Villani attribuisce a Brunetto, se pur esso non era una parte del suo Tesoro, che ne fosse stata stralciata. Il P. Negri (Scritt, fiorent. p. 112), e dopo lui il Fabricio (Bibl. med. et inf. Latin, t. 1, p. 286), parlan di quest’opera di Brunetto, come di scritta in lingua latina; ma io penso ch’essi non ne vedessero copia in qualunque siasi lingua. XXII. Oltre queste opere di Brunetto Latini, di cui Giovanni Villani ci ha lasciata memoria, ne abbiamo ancora alcune altre. E primieramente havvi in alcune biblioteche scritto a XXII. Altre opere a lui attribuite.