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TEnZt) fH)5 La conoscenza sua al mio intelletto. E, chinando la mano alla sua faccia, Risposi: siete voi qui, ser Brunetto? E quegli: o figliuol mio, non ti dispiaccia Se Brunetto Latini un poco teco Ritorna indietro, e lascia andar la traccia. c. 15, v. 22, ec. Dopo alcuni amichevoli complimenti Dante introduce a parlare Brunetto, e si fa da lui lodare modestamente: Ed egli a me: se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto. Se ben m’accorsi nella vita bella; E s’ P non fossi sì per tempo morto , Veggendo il Cielo a te così benigno , Dato t’avrei all’opera conforto. I quali versi di Dante han data occasione a taluno di scrivere che Brunetto , allor che nacque Dante, n1 avea preso l’oroscopo, e che aveagli predetto il sapere a cui sarebbe giunto; ma. come saggiamente osserva il co. Mazzucchelli (l. c. nota 3), anche senza esser astrologo poteva Brunetto conoscer l’ingegno di Dante, se questi gli era discepolo: e i versi or riferiti interpretar si possono facilmente in senso allegorico. Quindi Brunetto predice a Dante l’esilio ch’egli avrebbe a soffrire, predizione agevole a fare, allor ch’essa già era avverata. E Dante, dopo avergli spiegato il dolor che provava perchè ei fosse già morto, soggiugne: Che in la mente ni r fitta., ed or m’accuora La cara buona imagine paterna Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora Mi ’¡¡segnavate come l’uom s’eterna.