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(»88 LIBRO che le opere. Filippo Villani ne scrisse in latino la Vita tra quelle de’ Fiorentini illustri, e noi l’abbiamo nell’edizione che sulla traduzione italiana ne ha fatta il co. Mazzucchelli (Vite d Uomini ili. fior. p. 55, ec.). L’abate Mehus si duole che questa versione sia lacera e mutila (Vita Ambros. camald, p. 152); ma il passo ch’egli qui ne reca, tratto dall’originale latino, è così conforme alla versione, ch’io non vi scorgo la menoma differenza. Ei reca inoltre la Vita che di Brunetto scrisse Domenico di Bandino d’Arezzo contemporaneo del Villani, il quale pure trattò degli Uomini illustri , e spesso in maniera e con espressioni sì somiglianti a quelle che leggonsi nel Villani, che non si sa chi debba credersi autore, e chi copiatore. Il Mehus ha troncato qualche passo di questa Vita, che è poi stato prodotto dal P. Sarti, il quale dell1 opera di Domenico ci ha dati copiosi estratti (De Prof. Bon. t. 1, pars 2, p. 206). Parecchi antichi comentatori di Dante ci hanno parimente parlato di questo celebre Fiorentino , e il Mehus medesimo ha dati alla luce i passi loro e di altri antichi scrittori, che conservansi nelle biblioteche di Firenze, i quali però sembrano molte volte copiarsi l’un l’altro, e ripetere inutilmente le stesse cose. Noi ci varremo de’ loro detti, ma più, per quanto sarà possibile, delle parole medesime di Brunetto, e di ciò che di lui ne racconta, o ne accenna Dante che avea con lui vissuto più anni. XVH. Brunetto Latini, così detto, se crediamo a Ferdinando Leopoldo del Migliore