Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/707

686 LIBRO libelli. Abbiain dunque certa notizia e della patria e dell’età e della famiglia di questo autore , il quale al dire di Agostin Giustiniani (Ann. genuens. l. 4) visse fin al 1298. Egli nel passo sopraccitato nomina ancora due altre opere da sè composte, cioè un dialogo De Quaestionibus animae ad spiritum, e un libro intorno al modo di ritrovare il giorno di Pasqua. Di queste e di alcune altre opere che a lui da alcuni si attribuiscono, noi non faremo parola, rimettendo chi più voglia saperne a’ PP. Querif ed Echard (Script. Ord. Praed. t. 1, p. 462), e all’Oudin (De Script, eccl. t. 3, p. 577), il quale avea già confuso Giovanni Balbi con Jacopo da Voragine, ma conobbe poi e ritrattò il suo errore. Noi ci tratterrem!! brevemente su quella che sola è venuta in luce , cioè sul suo Catholicon. Alcuni, citati da monsignor Gradenigo (Della Letter. greco-ital. c. 9, § 6), han data a Giovanni la taccia di plagiaro. Ma perchè mai far reo di furto un autore il quale modestamente confessa di non aver fatto altro che compilare i libri altrui? Ecco com’egli termina il suo: Immensas ornili potenti Deo, Patri, et Filio, et Spiritui Sancto gratiarum referimus actiones r qui nostrum Catholicon ex multis et diversis Doctorum texturis elaboratum atque contextum licet per multa annorum curricula in millesimo ducentesimo octuagesimo sexto anno Domini Nonis Martii ad finem usque perduxit. Poteva egli protestare più sinceramente di non voler la lode d’autore, ma quella solo di diligente compilatore? Qualche cosa nondimeno egli aggiunse alle opere degli