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68o LIBRO si contenean precetti intorno all’arte di dettare, cioè di scrivere, da Arsegnino pubblicati l’anno 1216. Non abbiamo ragione alcuna per rivocare in dubbio l’autorità dello Scardeoni. Ma non si può ammettere così facilmente ciò che pensa il Facciolati, cioè che Arsegnino sia lo stesso che quel maestro padovano che nomineremo or ora, e ch’era professore l’anno 1262; perciocchè s’egli teneva scuola, ed era in istato di pubblicar libri fin dall’anno 1216, sembra difficile che per 46 anni ancora continuasse in quell’esercizio. Nel passo della Cronaca di Rolandino già da noi prodotto a suo luogo, ove si rammentano i professori che intervennero alla lettura di quella Storia, e solennemente approvarono l’anno 1 262 , si nominano ancora i professori di gramatica e di rettorica: Magister Rolandinus, Magister Morandus, Magister Junta, Magister Dominicus, Magister Paduanus, Magister Luchesius in Grammatica et Rhetorica vigiles et utiles Professores. Ma di tutti questi professori, se traggasene Rolandino, ch’io credo certo che sia il medesimo storico, come sospetta ancora lo stesso Facciolati (l. cit. p. 12), giacchè sappiamo ch’egli avea ricevuta in Bologna la laurea gramaticale, di tutti gli altri, io dico, non trovasi alcun’altra notizia. Il Facciolati pensa che quel mastro Domenico sia il poeta Montenaro, di cui abbiam poc’anzi parlato. Ma non veggo qual pruova, o qual monumento egli ne rechi. Questo scrittor medesimo fa menzione di Bonincontro da Mantova, di Guizzardo e di maestro Giovanni, i quali egli dice che da Albertino Mussato si chiamano