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fioriva in Bologna. In fatti fab. Melitis afferma (l. cit. p. 4^8) die in un codice tuss. di questa versione Gnidotto è dipinto con veste bianca;, e con manto di color cinereccioFonte/commento: Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/773 e questo appunto era l’abito dell’Ordin suddetto (Helyot Hist. des Ordr. relig. t. 4j P- 4-">7)■ Vuoisi avvertire per ultimo che non dee confondersi, come alcuni han fatto, questa traduzione di Tullio colla Rettorica di Brunetto Latini, di cui parleremo fra poco, che è opera interamente diversa (a). \I. I professori gramatici dell’università di Bologna ci hanno finor trattenuti. Più presto ci spediremo da quelli dell’università di Pa- ” dova, giacché altro non possiam fare che valerci di ciò che ne han detto gli storici di essa, i quali, come più volte ci siam doluti, non sono stati troppo solleciti di tramandarcene copiose ed esatte notizie. Il più antico tra’ grammatici padovani, di cui il Facciolati faccia menzione (Fasti Gymn. patav. pars 1.p. 111), è un certo Arsegnino. In fatti lo Scardeoni, scrittor padovano del secolo xvi, citato anche dal ch. conte Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 1, par. 2), afferma di aver veduto un assai antico codice in cui (17) Minute eil esatte notizie intorno a’ rodici e alle edizioni di questa Rettorica ci ha date il sig. d. Francesco Alessio Fiori, il quale confessa che non v’ha fondamento ad annoverar Galeotto fra’ professori della università di Bologna (Fanluzzi, Scritt. bolngn. f. 4t p. 337, ec.). Ei crede che Galeotto fosse vei amente della famiglia de’ Guidotti. E che il potesse essere, non può negarsi. Ma che il fosse veramente, a me non sembra ancora provato abbastanza. Ma non giova il trattenersi sa ciò disputando. XI. Gramntiin Pado