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TERZO 6^3 de’ cittadini che di nuovo il richieggono; non esser conveniente ch’egli amato sempre da’ Bolognesi come loro concittadino, e che avea sempre rimirata Bologna come sua patria e sua madre, l’abbandoni in tal modo, poichè è certo che s’ei non ritorna , gli studi delle belle lettere ne soffriranno danno gravissimo; gli promettono ricompense ed onori, quanti bramar ne possa; e aggiungono che, se egli il vuole, sarà libero dalla fatica del far da scuola; che ad essi basta ch’egli la regga col suo consiglio , e che a’ giovani mostri la via per cui giugnere all’eloquenza. In somigliante maniera essi scrissero ancora al podestà e a’ magistrati di Bergamo, perchè inducesser Bonaccio a tornare a Bologna; e amendue queste lettere si conservano ancora nell’archivio della città di Bologna, come affermano i suddetti scrittori, i quali promettono di pubblicarne la prima nel1 Appendice alla loro Storia. Ma per quanto io abbia più volte corsa tutta questa Appendice, non vi ho potuto trovare la lettera a questo luogo promessa. Ci dee però bastare l’assicurarci ch’essi fanno di averla letta, perchè possiamo ad essa appoggiare ciò che detto abbiamo di questo professor sì famoso; il quale nondimeno io credo che non sarà stato molto migliore di Buoncompagno e degli altri di questo secolo, in cui gli elogi che troviam fatti degli scrittori di amena letteratura, voglionsi sempre intendere con qualche moderazione, proporzionandoli alla comune ignoranza della maggior parte degli uomini. Ma ritornando alle istanze dei Bolognesi per riaver Bonaccio, non Tikabosciu, frol. IF~. /,3