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48 LIBRO ammirabili, cioè col ricercar sottilmente diverse etimologie del nome di Manfredi, e coll’additare in esse le più ampie lodi del suo eroe. Or, fra le altre cose, egli esalta lo studio della filosofia, a cui anche in età fanciullesca ardentemente si volse, seguendo gli esempii del suo genitor Federigo. Somigliant i encomii ne fa Saba Malaspina, scrittore egli ancora contemporaneo, dicendo (Hist L 1, c. 1, ib. p. 787) che fece grandi progressi nelle arti liberali, talchè sembrava ammaestrato nelle più celebri scuole, e che coll’ assidua applicazione acquistossi un incredibil sapere. Io non dubito punto che in cotali elogi non vi abbia esagerazione oltre il bisogno. Ma nondimeno non può negarsi ch’ei non fosse sollecito del lieto stato della letteratura. Noi vedremo nel capo seguente ciò ch’egli adoprò a vantaggio delle pubbliche scuole di Napoli, che da lui furono riformate, e poste in più perfetto sistema; ed altrove vedremo ch’egli fece continuare la traduzione delle Opere di Aristotele, cominciata per ordine di Federigo. Qui basti l’accennare una lettera da lui scritta all’ occasion del mandare ch’ei fece a Napoli un professore di diritto canonico, la quale è stata pubblicata da’ PP. Martene e Durand (Collect. Vet Script, t. 2, p. 1218). Perciocchè in essa egli ben dà a vedere quanto desiderasse che gli studi fossero con ardor coltivati, dicendo che tra gli altri ornamenti di cui va glorioso il suo regno, ei brama che le arti liberali e le scienze vi fioriscano felicemente, acciocchè que’ popoli che dal clima stesso natio sortita aveano agli studi la più