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TERZO 633 a questo poeta. Arrigo dunque, che dal Villani si dice uomo di potente e leggiadro ingegno, nacque in Settimello, terra a sette miglia da Firenze, di parenti contadini. Così ci narra il Villani, e, ciò che è più, lo stesso Arrigo che non dissimula la bassezza di sua condizione, e introduce la Fortuna che a lui un po’ bruscamente così ragiona: Te decet! horrendis vexare ligonibus arva, Quod genus agresti postulat arte tuum. L. 2, v. 171. Ed egli poco appresso così le risponde modestamente: Sim licet agrestis, tenuique propagine natus, Non vacat omnimoda nobilitate genus. Non praesigne genus, nec clarum nomen avorum, Sed probitas vera nobilitate viget. ib. vol. 125. Nel testo latino però del Villani, come ci avverte l’ab. Mehus, si aggiugne che i genitori di lui ottennero pe’ loro meriti la cittadinanza. Non ostante la bassa sua nascita, ei si rivolse da giovane, come dice lo stesso Villani, agli studi delle arti liberali e della poesia; e Arrigo stesso c’insegna che Bologna fu la città a cui egli a tal fine recossi, facendo che la Sapienza così gli dica: Dic ubi sunt, quae te docuit Bononia quondam, Haec, ego, dic, ubi sunt, quae tibi saepe dedi? Te multum fovi, docui te, saepe rogavi, Et mea secreta saepe videre dedi. L. 3, v. 71. Da’ quali passi chiaramente confermasi ciò che altre volte abbiamo osservato, cioè che fin dal