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63o LIBRO XXVIII. L1 ultimo argomento che da alcuni, e singolarmente dal Riccobonl (Rèflex, sur diffèr. Théatr. d’Eur.) e dal cavaliere Plnnelli ’ (l. cit.), si arreca a persuaderci che fin dal > secolo xiu erano in uso tra noi le rappresentazioni teatrali. si trae dagli Statuti della Compagnia del Gonfalone istituita in Roma l’an 1264 , il cui fine primario era il rappresentare ogni anno i Misteri della Passione del Redentore. Ma qui ancora rimane a vedere quali fossero queste rappresentazioni, se destinate soltanto a trattener f occhio de’ riguardanti con quel sacro spettacolo, o a rappresentare una vera azion sul teatro: nè io so se da’ suddetti Statuti abbiam lume bastante a decidere la quistione (*). In somma a me non pare che siavi (*) A provare che le rappresentazioni teatrali nel secolo XIII non erano pascolo degli occhi soltanto, ma che in esse facevasi qualche benchè rozza drammatica rappresentazione, e che tale era probabilmente lo scopo della Compagnia del Gonfalone , si potrebbe recare alcuni bei monumenti tratti dagli Statuti della Compagnia de’ Batturi di Trevigi eretta nel lo.fir , e pubblicati dal più volte lodato sig. co. canonico Avogaro (Mem, del B. Enrico, par. 1, p. 21) , perciocchè in essi si legge che i canonici di quella chiesa doveano dare in anno quolibet dicte Schole duos Clericos sufficientes pro Maria et Angelo, et bene instructos ad canendum in festo fiendo more solito in die Annuntiationis; e i guastaldi della Scuola eran tenuti providere. dictis Clericis qui fuerint pro Maria et Angelo de indumentis sibi emendis per dictos Castaldiones; e nelle Parti della medesima Scuola si legge: Cantores.. habeant soldos x pro quolibet... in die Annuntiationis B. M. V. cum fi et Represeiitatiu. Ma forse altro non facevano essi che cantar le parole dette dall’Angelo e dalla Vergine, come veggiamo tuttora farsi nel venerdì santo, quando si canta il racconto della Passione delBedei.toie.