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620 unno aspettarsi. Ivi in fatti veggonsi apparir sulla scena il Papa, l’Imperadore con più altri Sovrani d’Europa e d’Asia, e l’Anticristo accompagnato dall’Eresia e dall’Ipocrisia , e perfino la Sinagoga col Gentilesimo che aneli’ essi ragionano. Ma se questa sì elegante tragedia fu rappresentata in Germania, a noi non appartiene il parlarne (a). Qualche diritto potremmo piuttosto avere a ragionare di Anselmo Faidit poeta provenzale, benchè francese, perciocchè di lui narraci il Crescimbeni (Comment. t. 2, par. 1, p. 44), traducendo il Nostradamus, che divenne buon Comico, e arrivò a vendere le Commedie e le Tragedie, che faceva, fino a due o tre mila lire Vilermesi o Guglielmesi; e qualche volta anche più, secondo la qualità dell’invenzione; ed egli stesso ordinava la scena , prendendosi con ciò tutto il guadagno, che proveniva dagli Spettatori. Fin qui l’Italia non ha in ciò alcuna parte; ma poscia si aggiugne che Anselmo se n andò a Bonifacio Marchese di Monferrato , Signore benigno , amadore di tutti gli uomini di lettere, il quale l’amò e apprezzò grandemente, e stando al di lui servigio mise fuori una Commedia intitolata 1’ lleresia dels Preyres , che avea lungo tempo tenuta segreta senza palesarla ad altri, che al detto (a) Più antiche ancora sono le sei Commedie, come ella le intitolò, di Roswida badessa di Grandersheim scritte sulla fine del x secolo, e pubblicate in Norimberga l’anno 15o i. Ma benché in esse si prefigesse di imitare Terenzio, sono però scritte in prosa , e non è questa la più leggier differenza che passi tra il poeta latino e la badessa tedesca.