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TERZO (il 1 possono per alcun modo senza qualche acerbità al Volgare Cortigiano venire, il che molto maggiormente dei Parmigiani è (da pensare, i quali dicono monto per molto. Cosi Dante a queste quattro città nega la gloria di avere fino a’ suoi tempi avuti poeti. Il testimonio di un tale scrittore, che ci si dà a vedere ottimo conoscitor de’ poeti della sua età, sembra che non soffra eccezione. Nondimeno i fatti paion troppo contrarii, almeno in qualche parte, a questa asserzione. Il Baruffaldi ha pubblicate alcune poesie di Gervasio Riccobaldo ferrarese (Rime de’ Poeti ferrar.), il quale , se è quel desso di cui abbiami parlato tra gli scrittori di storia, appartiene certamente a quest’epoca. Alcune ne ha ancor pubblicate di Anselmo di Ferrara, che dice vissuto a questa medesima età; intorno ai quali e ad altri antichi poeti ferraresi speriamo di avere più accertate notizie, se verrà un giorno pubblicatala Biblioteca degli scrittori di quella città, cominciata già dal sig. Giannandrea Barotti. Reggio non fu a quel tempo senza poeti; e uno singolarmente era noto a Dante che ne fece menzione, ove introducendo Alano Lombardo a descrivere l’infelice stato d’Italia, gli fa dire che viveano ancora tre vecchi ch’erano specchio e modello dell’antica onestà, cioè a dire Currado da Palazzo, e’I buon Gherardo, E Guido da Castel, che me’ si noma Francescamente il semplice Lombardo. Purg. c. 16 v. 1i’ \. Or vediamo recato in italiano 1’elogio che di