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600 LIBRO questo passo di Dante, citato dal conte Mazzucchelli e dal canonico Biscioni (Note alla Vita nuova di Dante p. 33), lo spiega in diversa maniera; ed ecco l’elogio che in tale occasione ei fa di Guido. Qui adunque è da sapere , che costui, il quale qui parla coll’autore, fu un cavaliere Fiorentino , chiamato messer Cavalcante de’ Cavalcanti leggiadro e ricco cavaliere: e seguì i opinioni d Epicuro in noti credere, che I anima dopo la morte del corpo vivesse; e che il nostro sommo bene fosse de’ diletti carnali: e per questo, siccome eretico, è dannato. E fu questo cavaliere padre di Guido Cavalcanti, uomo costumatissimo, e ricco, e d’alto ingegno: e seppe molte leggiadre cose fare meglio che alcuno altro nostro cittadino: et oltre a ciò fu nel suo tempo reputato ottimo loico e buon filosofo: e fu singolarissimo amico deili autore, siccome esso medesimo mostra nella sua Vita Nuova: e fu buon dicitore in rima; ma perciocchè la Filosofia gli pareva , siccome ella è , da molto più che la Poesia , ebbe a sdegno Virgilio e gli altri Poeti. Ma se Guido preferiva la filosofia alla poesia, a questa però più che a quella egli è debitore del nome che ha ottenuto tra’ posteri: perciocchè nulla ci è rimasto di lui, che cel mostri profondo filosofo; ma solo ne abbiamo le poesie che cel mostrano poeta pe’ tempi suoi assai colto e leggiadro; se non che in esse ancora ei si mostra indagatore ingegnoso de’ movimenti del cuore umano, e nella filosofia morale ben istruito. La sua Canzone singolarmente sulla natura d’amore fu tanto celebre, che i più rari ingegni, e fra