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580 LIBRO Essi poi vengono a’ complimenti, e Buonagiunta confessa che Dante nel poetare il superava di troppo. Sul qual passo l’antico comentatore di Dante Benvenuto da Imola ci avvisa che quest’amico del poeta fu Buonagiunta de Urbisanis, vir honorabilis de civitate Lucana, luculentus Orator in lingua materna et facilis inventor rythmorum, sed facilior vinorum, qui noverat auctorem in vita, et liquando scripserat sibi (Antiq. Ital. t 1, p. 1225, ec.). Una canzone di questo poeta abbiamo alla stampa nella Raccolta de’ Giunti (p. 209), e un sonetto a Guido Guinicelli in quella del Corbinelli (p. 169, ed. Fir.), dal che raccogliesi ch’ei visse non già circa il 1230, come scrive il Quadrio (t. 2, p. 1 £>9), ina verso la fine del secolo XIII. Di altre rime di Buonagiunta, che conservansi manoscritte in alcune biblioteche, veggasi il Crescimbeni (t. 2, par. 2, p. 31). Di Gallo pisano non ci è rimasto alcun verso, se pur, come dubita il suddetto Crescimbeni (ib. p. 26), ei non è quel Galletto da Pisa, che dal Redi si nomina alcune volte nelle annotazioni al suo Ditirambo, e di cui il Crescimbeni medesimo ha pubblicata una canzone (t. 3,p. 31) scritta appunto in dialetto pisano misto di provenzale. Il Quadrio ci assicura (l. cit. p. 162) che Galletto da Pisa è certamente lo stesso che Carlo pisano, ma non ci dice qual pruova ei n’abbia trovato. Di Mirso Mocato finalmente, detto anche Bartolommeo Maconi, abbiamo una canzone che dopo l’Allacci è stata pubblicata dal Crescimbeni (t. 3, p. 36, ec.).