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TERZO 579 IX. JSiuuo ile’ poeli da noi linor rammentati ha avuto l’onore di esser nominato da Dante nel suo libro della Volgare Eloquenza, ove egli parla di molti di quelli che innanzi a lui aveano verseggiato. Solo il siciliano Ciullo di Alcamo, come si è detto, egli ha tacitamente indicato, ma con non molta lode, recandone un verso. Quegli di cui egli fai maggiori elogi, è Guido Guinicelli , eli’ egli in uu luogo chiama nobile (Conviv. p. 258, ed. Zatta), in un altro massimo (De Eloq. p. 27), e di cui più volte recita alcuni versi (ib. p. 2.58, 271, 292, 296). Ma più a lungo ei ne ragiona nel suo Purgatorio , ove ei lo ritrova fra color che purgavano le lor sozzure (Purg. c. 26, v. 92). Guido gli ragiona dapprima senza scoprirsi, e gli dice per quai peccati egli ed altri si stessero ivi penando; poscia se gli dà a conoscere. Son Guido Guinicelli, e già mi purgo Per ben dolermi prima eli allo stremo; cioè a dire , io son già entro del Purgatorio, e non nelle istanze di esso esteriori, perciocchè mi pentii innanzi morte, e non sono perciò costretto, come gl’indugiatori della penitenza, a starmene mille anni prima di entrare nel Purgatorio. Dante si rallegra al sommo nel trovar questa autorevole fonte trasse poscia il racconto S. Bonaventura. Ed è ad avvertire che T incontro del santo e del poeta l’alio presso un monastero di Clarisse ci mostra che assai più tardi del 1212 seguì quel fatto; perciocché solo molli anni dopo cominciarono a Ibridarsi monasteri di quelle religiose.