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5^4 LIBRO al xiv; sospetto che a me pare troppo ben fondato, perchè lo stile ne è rozzo bensì, ma di quella rozzezza appunto che vedesi in molti poeti di tre o quattro secoli addietro. Certo esso non ha punto del fiorentin dialetto del secolo XIII, qual esser dovrebbe se allor vivea Lodovico, e se era natìo di Firenze. E inoltre io non crederò così di leggeri che al principio del secolo XIII si scrivessero orazioni volgari; giacchè non si è ancora trovato, ch’io sappia, monumento alcuno di prosa italiana anteriore alla metà incirca di questo secolo. VII. A questo poeta, di cui forse doveasi parlare due secoli appresso, un altro il Crescimbeni ne aggiugne, fissandone con grave errore l’età circa il 1213, mentre non potè vivere che verso la fine di questo secolo. Fiorì, dice egli, Mico da Siena a’ tempi del re Pietro d Aragona, cioè circa il 1213, al quale fu molto caro (t. 2, par. 2, p. 5). Ma come mai non ha il Crescimbeni avvertito che Pietro d’Aragona non giunse al regno di Sicilia, ove solo ei conobbe Mico, che l’anno 1282? Ciò che è più strano, si è che anche il Quadrio ha fedelmente copiato questo errore dei Crescimbeni (Stor. della Poes. t. 2, p. 156), senza osservazione di sorte alcuna. Il Boccaccio è il solo che di questo poeta ci abbia conservata memoria (Decam, g. 10, nov. 7), narrando ch’egli assai buon dicitore in rima a que’ tempi compose una canzone in nome di Lisa figliuola di Bernardo Puccini spezial fiorentino, ch’era a Palermo, da cantarsi al re Pietro di Raona Signor della Isola. Questa canzone vedesi ivi