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LIBRO Hi ili ’Vnteiiiie et eTeirhorosi eletti Gli vinse et di dolcissime parole; Ma nella invention vinse se stesso. Non Brunellesco o Dante sai iati leni; Che la luce di questo unico sole Sola riluceria lungi et da presso. t Or da questo sonetto così argomenta il Giainbullari. 11 grami Avolo di Agatone , cioè non l’avolo, nè il bisavolo, nè l’arcavolo, ma uno de’ primi antenati, fu il primo a congiungere il parlar siciliano col volgare italiano, cioè, come spiega il Giambullari medesimo, a terminare con una vocale all’usanza de’ Siciliani le voci che prima latinamente terminavansi per lo più con una consonante. Questo grand’Avolo devesi credere vissuto almeno cinque età prima di Agatone, cioè circa i5o anni5’ed essendo Agatone insiem con Cino da Pistoia fiorito circa il 1320, egli dovette fiorire verso il 1170. In fatti dicono, continua il Giambullari, ch’ei si chiamò Lucio Drusi uomo faceto e dotto, il quale scrisse in rima un libro della virtù, ed un altro della vita amorosa, i quali portando egli in Sicilia al Re, per fortuna gli perse in mare, di che dolendosi fuori di modo, poco dopo se ne morì. Dal che argomenta lo stesso scrittore che il re di Sicilia, a cui Lucio recava i suoi libri, fosse Guglielmo II, di cui si dice che era splendido protettore de’ «.lotti la). (a) Che Guglielmo II re di Sicilia fosse: splendido protettore de’ poeti, affermasi anche da Francesco da Buti scrittore del scroio xiv nel suo commento inedito sulla (Commedia di Dante, in cui al xx canto del Purgatorio ha queste parole riportate da Giammaria