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teazo 56i Not abbiaui rendali elogi a coloro che cantarono in una lingua straniera: ragion vuole che non ne frodiamo coloro che poetarono nella nostra j e tanto più che quelli di cui ora dobbiam parlare, furono i primi che sapessero di una lingua ancor nascente valersi nel verseggiare; e aprirono col loro esempio la via agli eccellenti poeti, che non sarebbono stati eccellenti , se essi non gli avessero preceduti. Noi entriamo in un vastissimo argomento, su cui non si è scritto ancor tanto, che molto non rimanga a scriverne e a disputarne. Il Crescimbeni e il Quadrio ci han date due Storie della volgar Poesia, nelle quali essi non han perdo* nato a diligenza e a fatica, per raccoglier su ciò le migliori e le più copiose notizie. Ma il Crescimbeni scriveva in un tempo in cui nè la critica avea ancor fatti que’ felici progressi che a discernere il vero dal falso erano necessarii, nè le biblioteche e gli archivii erano stati ricercati con quella erudita curiosità che ci ha arricchiti in questi ultimi anni di tante e sì pregevoli cognizioni. Il Quadrio, benchè abbia scritto a tempi più rischiarati, e benchè fosse uomo d’indefessa applicazione, ciò non ostante, qualunque ragione se ne fosse, ci ha data un’opera in cui alla vastissima erudizione non sempre vedesi corrispondere una saggia critica e un giusto discernimento. Altra assai migliore opera si aspettava l’Italia su questo argomento dal ch. Apostolo Zeno , prima che il Quadrio pensasse a compilare la sua. Niuno vi ebbe per avventura giammai che più di lui fosse a questa impresa opportuno. Uomo fornito di una privata Tim no.suu, Vol. IP. 3t>