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PRIMO 35 cccl l- 23, c. 30, Scri/Jt. Rei', ilal. voi. n, p. 1151)• IX. Giunse finalmente l’an 1245, in cui Innocenzo radunato in Lione un generale Concilio, vi scomunicò di nuovo l1 impera dorè, e il dichiarò caduto della sua dignità. Pier delle Vigne v intervenne mandato da Federigo a perorar la sua causa, come espressamente affermano Ricordano Malespini (Istor.fior. c. 142) e Rolandino (l. 5,c. 14) scrittori contemporanei, e dopo loro Giovanni Villani che in questo luogo lo chiama (l. 6, c. a-'j) savio cherico, e aggiugne ch’ egli col gran maestro dell’ Ordine Teutonico adoperossi, ma inutilmente, per frastornare il pontefice dalla presa risoluzione. Federigo, poichè ebbe di ciò avuto avviso, per mezzo del fedel suo Pietro scrisse a S. Luigi re di Francia una lettera in sua discolpa, ch è riferita da Francesco Pipino (Chron. c. 34) e da Matteo Paris che la dice indirizzata a’ prelati e a’ signori d’Inghilterra (Hist Angl, ad an. 1246), e vedesi anche inserita Tra le lettere dello stesso Pietro (l. 1, c. 3). D allora in poi non troviamo che Pietro fosse dall’ imperadore adoperato in alcuno affare, ed è probabile perciò che non molto dopo il Concilio di Lione ei cominciasse a decader dalla grazia del suo signore, e che poscia gli venisse in odio, per modo che fosse da lui fatto acciecare. Per qual ragione ciò avvenisse, e quai ne fosser gli effetti, non è facile ad accertare; si varii sono e sì contrarii tra loro i racconti degli storici antichi. Veggiam ciò ch essi ne dicono, e esaminiamo a cui debbasi maggior fede. ix. Trovasi al Concilio ili Lcouc.