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TERZO 5I5 gli piace, senza recarcene per lo più pruova di alcuna sorte, come abbiamo in parte veduto nel precedente tomo, e come farassi ancora più manifesto da ciò che in questo capo ne dovrem dire (a). Prima però di entrare ad esaminare le notizie de’ poeti provenzali, convien dir qualche cosa del pregio in che erano i lor versi in Italia, e del favore con cui essi erano accolti alle più splendide corti. Io non parlerò delle corti e de’ signori di Provenza, e degli onori di cui essi erano liberali a cotali poeti. Questo nulla appartiene alla storia della letteratura italiana; e chi brami averne contezza, oltre i molti scrittori francesi, può ancor vedere l’altre volte citata opera di monsignor Fontanini (Dell’Eloq. ital. l. 1, c. 18). Io non debbo parlare che degli Italiani; e benchè questi dalla munificenza de’ signori provenzali, alle cui corti probabilmente si recavan talvolta, potessero venir animati a coltivare la poesia, nondimeno nelle corti italiane ancora trovavano essi e stimolo e premio a’ poetici loro studi. II. Un bel monumento ne abbiamo nel pregevolissimo codice di Poesie provenzali scritto, come altrove si è detto, l’anno 1254, che(; insieme con un altro assai più recente conservasi in questa Estense biblioteca (*). Verso il (a) Dulie Vile de"’ Poeti provenzali senile da M. Millot si è detto nel tomo precedente, ed avremo in questo capo frequente occasione di esaminarle. (*) Uu altro bel codice di Poesie provenzali , die contiene z —i» canzoni, e clic fu scritto nel izttrf, cii.è quattordici anni sulo dopo l’Estense, conservasi nulla libreria Nani in Venezia (Codici MSS. dlla [Ahr. Ni ori, />. ì , cu.). Ma niun poeta di patria italiano >i io nominato, fuorché Polchello di Marsiglia.