Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/504

SECONDO 483 detto Cornelio, nipote del gran Sallustio, aveala recata in latino; ma per soverchio amore di brevità molte cose utili e dilettevoli ne avea recise; e eli1 egli perciò avea da quegli scrittori raccolta una più diffusa e più compiuta storia di quella celebre guerra. Benchè Guido non dica qui chiaramente di aver avute tra le mani le supposte Storie di Ditti e di Darete. che scritte in greco rammentansi da alcuni scrittori de’ bassi secoli (V. Fabr. Bibl. graec. t. 1, p. 27, ec.), e la cui traduzione malamente si attribuisce da alcuni al celebre Cornelio Nipote, il riprender nondimeno ch’ei fa l’antico lor traduttore di averle troncate, e il prefiggersi di supplire a tal errore, sembra persuadercelo. In fatti in alcune edizioni e in alcuni esemplari quest’opera ci si dà come una traduzione dal greco di que’ due storici fatta dal nostro Guido (V. Bibl. de’ Volgarizz. it. t. 1 , p. 341), benchè pur egli altre cose vi aggiugnesse prese da altri scrittori. Questa Storia è divisa in trentacinque libri, molti de’ quali però son così brevi, che si potrebbon anzi chiamare capi. Di una versione italiana che ne fu fatta nel secolo xvi, e che da alcuni si è per errore creduta opera originale dello stesso Guido, veggansi le annotazioni di Apostolo Zeno alla Biblioteca del Fontanini (t. 2, p. 153, ec.), e la Biblioteca de’ Volgarizzatori italiani (t. 2, p. 243, ec.) t. 4, p. 33o j t. 5, p. 539). Il Mongitore annovera (l. cit.) alcuni codici mss. di questa Storia, oltre le molte edizioni che ne abbiamo , a’ quali codici convien aggiugnere i molti altri che si trovano registrati ne’ Catalogi di varie biblioteche