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VII.’ Scrittori di » oriaaulica: fluido dalli Colonne. 48o LIBRO meritili fede, in che non debbano essere uditi; si può in somma con qualche probabilità stabilire a qual opinione dobbiamo attenerci. I nostri maggiori, al contrario, quale scorta potean avere e quai lumi a discerner il vero dal falso? Riccobaldo, che pur dovea essere un prodigio di erudizione a’ suoi tempi, ci nomina tutti i libri de’ quali ei si era giovato a compilar la sua Cronaca (praef. ad Pomar.). Or quai sono essi? S. Girolamo , cioè la Cronaca d’Eusebio da lui tradotta, Prospero d’Aquitania, un cotal Mileto che non sappiamo chi fosse, S. Isidoro, Eutropio, Paolo Diacono, Rufino, Pietro Mangiatore, Paolo Orosio e Tito Livio. Or se non si fossero mai scoperti altri libri, avremmo noi quelle opere sì erudite intorno all’antica cronologia, che ora abbiamo? Mostriamoci dunque riconoscenti a’ nostri maggiori che tanto si adoperarono per istruirci, e non rivolgiamo a loro derisione quelle cognizioni medesime che ora abbiamo, ma non avremmo avute, se vissuti fossimo a’ lor tempi. Noi frattanto dagli scrittori di Storia universale passiamo a quelli che qualche singolar parte presero ad illustrarne. VII. Chi avrebbe creduto che in mezzo a una sì incerta luce, fra cui allor passeggiavasi, si trovasse chi ardisse di scriver la sì antica e sì oscura guerra di Troja? E trovossi nondimeno chi il fece; ma il fece appunto in quel modo che solo potea aspettarsi. Ei fu Guido dalle Colonne giudice messinese. L’Oudin sospetta (De Script, eccl. t. 3, p. 581) che ei fosse oriondo dalla nobile e antica famiglia Colonna sì illustre in Roma; ma confessa egli