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SECONDO 449 Più altri ancora che dalla stessa università furon tratti per essere sollevati a onorevoli cariche, si annoverano dal P. Sarti, come Jacopo d’Albenga vescovo di Faenza (ib. p. 330), Goffredo da Trani cardinale (ib. p. 341, Guglielmo vescovo di Pavia (ib. p. 343), Altogrado di Lendinara vescovo di Vicenza, che fu il primo ad avere non una somma di denaro per tutto il coi’ so di sue lezioni, qual era stata accordata a Garzia spagnuolo, ma uno stipendio annuale (ib. p. 41 o); e Arrigo da Settala arcivescovo di Milano (ib. p. 4*9)> oltre alcuni altri che nel decorso di questo capo abbiam già nominati. Io mi ristringo a parlare d’alcuni pochi cui sarebbe gran fallo il non accordar luogo alquanto più onorevole in questa Storia. XV. La Chiosa, quale or l’abbiamo, sul Decreto di Graziano deesi a Bartolommeo da Brescia, perciocchè egli, come abbiam poc’anzi osservato, ampliò e corresse quelle de’ più antichi dottori, e quella singolarmente di Giovanni Teutonico, che a ragion si considera come il primo autore di questa Chiosa ordinaria. Alcuni moderni scrittori il dicono uscito dalla nobil famiglia bresciana degli Avogadri. Ma il P. Sarti osserva (ib. p. 339)) che di ciò non recasi alcuna autorevole pruova. Certo è bensì che ei fu scolaro in Bologna di quel Lorenzo spagnuolo che abbiam già rammentato, e che ivi ancor tenne scuola di diritto canonico. Nel qual tempo avendo egli in costume di far alcune dispute ne’ dì di domenica e di venerdì, raccoltele poscia insieme, le pubblicò, dando loro il nome da’ giorni medesimi in cui solea Tuunoscni, Voi. IV. 39 JCV. Chiosa di Bartolomeo da Brescia , ed altra sua opera.