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SECONDO 44^ luce, altre che rimangono ancor manoscritte, tra le quali non poche ne ha egli medesimo pubblicate, le quali chiaramente ci mostrano in qual pregio egli fosse presso questi due pontefici. Non giova il trattenersi a farne distinta menzione; ma non è a tacere che avendolo Onorio III fatto suo cappellano , trattennelo ancora per qualche tempo in Roma, e di lui si valse negli affari del foro. Egli fu ancora onorato della dignità di arcidiacono della chiesa di Bologna, non si sa precisamente in qual anno, ma certo egli era in tal carica nel 1219, nel qual anno Onorio accordogli il singolar privilegio, il qual passò poscia agli altri arcidiaconi di lui successori, che niuno potesse tenere scuola nell’università di Bologna, se dall’arcidiacono non venisse approvato; con che, come il P. Sarti riflette, l’arcidiacono della chiesa di Bologna venne ad essere in certo modo costituito presidente, ed ebbe poi il nome di gran cancelliere della università. Da un monumento pubblicato dal p . Sarti raccogliesi che l’anno 1219 ei fu eletto patriarca d’Antiochia. Ma, com’egli stesso pruova, qualunque ragion ve ne avesse, ei non prese mai possesso di quella chiesa, e si rimase semplice arcidiacono fino all’anno 122.4 *n Cl|i fu eletto vescovo di Parma. Ei morì all’an 1236, e il P. Sarti rigetta ciò che racconta l’Ughelli, ch’ei fosse da quella sede deposto. Oltre le chiose ch’egli scrisse sulle prime Raccolte delle Decretali, egli avea ancora composto un libro sull’Ordine de’ Giudici. Ma nulla ce n’è rimasto. Il ch. P. abate Fattorini, continuatore dell’opera dei Sarti, in una nota aggiunta al luogo