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438 LIBRO uomo, elice egli, picciolo di statura, ma grande nella scienza del diritto ecclesiastico; e siegue narrando un leggiadro avvenimento che accadde quando quest’uomo se n andù perciò a Roma; perciocchè venuto innanzi al pontefice, ed avendo preso ad esporgli il motivo di sua venuta, standosi in piedi, Bonifacio , che vedendolo sorger sì poco da terra, il credè ginocchione, gli fe’ cenno di sorgere. Ma il cardinale Matteo d’Acquasparta ch’era ivi presente, disse scherzando al pontefice: costui è un altro Zaccheo. Bonifacio, secondo il desiderio della università di Bologna, scelse a tal fine tre uomini de’ più versati che allora fossero in questa scienza, e che da lui stesso si nominano nel proemio delle sue Decretali. Essi sono Guglielmo da Mandagosto ossia da Mandagout (il quale non so come da Giovanni Villani (Cron. l. 8, p. 64) è stato cambiato in Guglielmo da Bergamo), che, dopo aver sostenute più altre dignità ecclesiastiche, fu fatto arcivescovo di Ambrun, poscia di Aix, e finalmente cardinale nel 1312; Berengario Fredoli vescovo di Beziers e poi cardinale l’anno 1305, e Riccardo Petroni sanese. Guglielmo, benchè francese di nascita, era stato più anni scolaro in Bologna, vi avea ricevuta la laurea, come con autentici monumenti dimostra il P. Sarti (pars 1, p. 407)j e come questi confessa di essere stato scolaro di Berengario Fredoli, così lo stesso autore ne trae, con assai probabile conseguenza, che Berengario pure fosse nella stessa università professore; onde ad essa deesi a giusta ragione la gloria che questa Collezione ancora