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clero molti, e fra gii ahn al eh. Muratori (Anttq. Ital. t. 3, p. 904) che Azzo avesse in Modena tenuta scuola di legge. Nè l’Arisi arreca argomento alcuno che vaglia a mostrarlo, com’ei pretende (Cremon. liter. t. 1, p.89), cremonese di patria, in confronto agli argomenti e alle autorità che il provano bolognese. Alle cose però che dal P. Sarti su questo punto eruditamente si dicono, vuoisi nggiugnere che l’università di Montpellier pretende d’avere diritto a numerare Azzo tra’ suoi professori) perciocchè la classe legale di essa nella sua mazza porta scolpiti i ritratti del Piacentino, che certamente ivi stette più anni, e di Azzo (Hist. littér. de la France, t. 9, p. 87). Ma questa persuasione è nata probabilmente dal fonte medesimo da cui son nati gli altri errori sopraccennati. Certo i monumenti prodotti dal P. Sarti ci mostrano Azzo vivente sempre in Bologna. Ei fu scolaro di Giovanni Bassiano da noi nominato poc’anzi) ma superò di gran lunga la fama del suo maestro. Di quale stima egli godesse, cel mostrano le onorevoli espressioni con cui di lui ci ragionano alcuni di quelli che gli furon discepoli. Questi erano in sì gran numero, che, come narrasi in Bologna per tradizione non sostenuta per altro da certe pruove, gli convenne talvolta di tener la sua scuola nella piazza di S. Stefano. Nel che però hanno alcuni esagerato oltre il dovere, dicendo ch’egli n’ebbe fino a dieci mila ad un tempo, e provandolo coll’autorità di Odofredo, il quale non ha mai scritta tal cosa, ma sì, che a’ tempi di Azzo erano in Bologna dicci mila scolari (in Authent. Habit. c. ne Filius pro Patre). Tra